mercoledì 13 aprile 2011

APPUNTAMENTI E ESERCITAZIONI DI STAZIONE PEIO

21 Aprile giovedi  al fuoristrada esercitazione roccia ore 18.00
13 Maggio venerdi in sede prove metodologia di ricerca  ore 20.30
28 Maggio sabato esercitazione roccia zona da stabilire ore 15.30
  3 Giugno venerdi in sede prove a secco roccia discussione per reperibilità ore 20.30
16 Giugno giovedi in sede organizzazione manovra ghiacciao stesura calendario reperibilità ore 20.30

Ogni appuntamento verrà confermato con sms e altre manovre verranno comunicate con messaggio telefonico.
 2  Luglio sabato perlustrazione zona manovra di ghiacciao

mercoledì 20 ottobre 2010

Esercitazione di Zona IMPIANTI A FUNE - Dimaro 23 ottobre 2010

Sabato 23 ottobre 2010 esercitazione di zona IMPIANTI A FUNE.

Ritrovo per tutti presso Malghet Aut ore 14.00.

Partenza dal parcheggio Pick up di Cogolo ore 13.00.

domenica 26 settembre 2010

Domenica 26 settembre - Cima alle Coste - Diedro Martini

S.Martini, M.Tranquillini, M.Protoni - 1972
Dislivello: 500 m
DifficoltàV+/VIR3 / P1 / III

Relazione: Noi abbiamo salito solo la parte alta dopo aver fatto un'altra via del settore basso. E' una bella via logica e di soddisfazione. La chiodatura è discreta ma comunque va integrata con protezioni veloci medio/grandi. Ha solo una pecca: l'uscita finale in una specie di toboga di fango, foglie e rocce instabili (fare attenzione). Per colpa di questo, quando piove, da questo colatoio scendono acqua e fango che sporcano quasi tutta la via con uno strato di terriccio che in alcuni tratti rende l'arrampicata un po' insidiosa. Comunque merita di essere fatta anche se non bisogna sottovalutarla.

Accesso: In località Gaggiolo tra Dro e Pietramurata si trova il lago Bagattolli (pesca sportiva). Si prosegue sulla strada sterrata fino alla sbarra e si parcheggia nei pressi. Da qui si prosegue per la strada forestale sino ad un bivio dove si gira a sinistra e si prosegue nel bosco sino a dove la strada (percorso ciclabile) inizia a salire. Si sale per circa 200 metri e quando il sentiero inizia a spianarsi si nota sulla destra un sentiero che sale nel bosco con un ometto. Ora si percorre questo sentiero che conduce sulle placche al di sotto della parete. Le si percorrono senza difficoltà incrociando qua e là tracce di sentiero fin sotto la parete. Se si vuole fare l'intera via dalla base, una volta arrivati sotto la parete ci si dirige a destra nel diedro che delimita le placche dello scudo.

Discesa: Una volta usciti dalla via ci si dirige verso ovest per tracce che in breve portano ad una strada forestale. La si segue verso sinistra (sud) fin quando se ne incontra un'altra e sempre verso sud in leggera salita porta ad un dosso dove la strada inizia a scendere. Dopo la prima curva in discesa si può notare un cartello segnavia con direzione DRO. Si segue il sentiero fino al paese di Dro per poi tornare sulla strada asfaltata sino al parcheggio (1,30 h dalla cima)

Fonte: climbers.altervista.org

venerdì 24 settembre 2010

Giornate formative Autunno 2010

Con oggi, alle 17.00 presso la Falesia Ganacia di Celledizzo ha inizio l'avvio della attività formativa e di aggiornamento su roccia riservata agli operatori tecnici ed agli allievi.

L'idea è quella di mantenere fisso l'appuntamento del venerdì e di verificare la disponibilità eventuale nelle giornate di sabato quindi... Seguite il blog e mettetevi in contatto con l'organizzazione!

Ciao

domenica 19 settembre 2010

Corso Tecnici di Soccorso Alpino - Arco 22-26 settembre 2010


Si terrà ad Arco nei giorni tra il 22 ed il 26 settembre 2010 il Corso Tecnici di Soccorso Alpino modulo Roccia.



Chi fosse interessato può mettersi in contatto con il capostazione.

martedì 14 settembre 2010

Via Ciao Gianni - Dente del Vioz

Di seguito proponiamo la relazione della via dedicata a Gianni Cobbe al Dente del Vioz.


Lunghezza circa 250 metri.


Chiodatura: 
Enrico Sonna con Giulio e Pierangelo Pretti

1a salita: 
Tiziano Canella e Pierangelo Pretti.

Chiodatura a spit fixe (30) e chiodi (15). Passaggi difficili e soste ben protette.

Via dal grado sempre sostenuto ed in ambiente tipicamente alpino.

Chiodata interamente dal basso grazie alla tenacia del nostro Vice Capostazione..!!

Complimenti a tutti!!!

lunedì 13 settembre 2010

Falesia del Carrello - Malga Mare

Quest'estate alla Falesia di Malga Mare, sulle conformazioni rocciose a valle del Bacino ENEL, sono state aggiunte 3 vie alle 2 vie già esistenti.


Le vie sono della lunghezza di circa 30 metri, una corda da 60 è praticamente giusta.
Da sinistra a destra la prima via sfrutta una sosta precedentemente posizionata, la seconda sfrutta l'albero alla sommità della parete attrezzato con cordino e moschettone mentre la terza via ha un top protetto con un solo spit in attesa di completamento con catena.
Chiodatura a fixe non troppo lunga. 7/8 chiodi per via.
La difficoltà è media e le vie non sono ancora state gradate benchè salite e spaziano indicativamente tra il 6 e il 6b.

Arrampicata prevalentemente di aderenza salvo alcuni piccoli tratti strapiombanti.
Roccia di buona qualità ma cenge da disgaggiare.

Per raggiungerle:
dall'incrocio prima del ponte in località Prabòn si segue la strada sterrata fino ad arrivare all'evidente canalone che si apre verso monte. Superato il canalone le placche diventano ben visibili e possono essere raggiunte mediante un comodo sentiero.
La base della parete è di estrema comodità in quanto sfrutta il piano inclinato del vecchio carrello che conduceva alle case ENEL di Malga Mare.
Circa 20 minuti.
Per accorciare l'avvicinamento, se il torrente Noce lo permette, è possibile attraversare in corrispondenza di Malga Prabòn (Malga dei Tori) lasciando li la macchina e raggiungendo la stradina sterrata.
Circa 10 minuti.

Chiodatura: Alessio Migazzi - Matteo Berrera - agosto 2010

venerdì 10 settembre 2010

Via del BOOMERANG - Monte Brento.

Ne abbiamo parlato diverse volte... E' una lunga via classica su una delle pareti più belle del trentino!

Gruppo: Valle del Sarca - Cima: Monte Brento

Via: “Via del Boomerang” (o “Via della Nuova Generazione”) - Versante: Parete Est
Aperta da: M. Furlani - V. Chini – M. Degasperi – R. Mazzalai (1979)

Relazione utilizzata: Filippi D. “Pareti del Sarca. Arrampicate classiche e moderne in valle del Sarca”. Edizioni Versante Sud, 2007


Commento: A. Zavatti (2008) La grande placconata su cui aggetta “il Boomerang” quasi sfigura di fianco ai grandi strapiombi gialli ed ocra che si trovano alla sua destra, nel settore centrale della parete Est del Monte Brento, ma arrivandoci sotto, mentre si ammira questa colata di calcare su cui corrono itinerari che raggiungono e superano i mille metri di sviluppo, coloro che intendono risalirla devono recuperare un buon grado di concentrazione per affrontare la lunga arrampicata. 

Facendo un passo indietro, è da confermare, come l’approccio alla parete con partenza da S. Giovanni in Monte, abbia rimodellato in modo estremamente funzionale la sequenza “andata-ritorno” delle vie su questo settore del Brento. Resta comunque il fatto che “la discesa” verso l’attacco seppure attrezzata con una corda fissa in certi punti, non è propriamente una passeggiata. 

Bisogna procedere con cautela su sentiero ripido che percorre un pendio in parte friabile che si alterna ad alcuni, seppur brevi tratti, dove bisogna arrampicare in discesa. 

Ma veniamo alla nostra via al cui attacco si è sovrastati dal grande tetto che per la sua conformazione è stato soprannominato “Il boomerang”: nome che comunemente si utilizza per indicare la via aperta da M. Furlani e compagni e da questi in vero chiamata “Via della Nuova Generazione”. L’arrampicata è prevalentemente di aderenza e di equilibrio, dove non serve forza fisica, ma viene altresì richiesta una buona preparazione di fondo vista la lunghezza. La via si sviluppa su placche molto compatte e per lo più attrezzate con parsimonia. Come se non bastasse, per ripetuti tratti (per fortuna semplici) non si riesce a posizionare alcuna protezione. Vorrei ricordare che la distribuzione delle difficoltà lungo questa via è abbastanza omogenea: passi di V+ sono presenti fino in prossimità dell’uscita. 

Questa salita non è dunque da prendere sottogamba. Un eventuale incidente rappresenta un grande problema di auto-soccorso, perché la via oltreché lunga, a causa dei numerosi tratti in traverso risulta difficile da ripercorrere in discesa. Per percorrerla occorre avere una buona esperienza alpinistica, utile particolarmente nella parte alta dove, perso il riferimento costituito dal “Boomerang”, il tracciato della via diventa meno evidente e gli errori di percorso non infrequenti: comprovati per altro dalla presenza di “chiodi errabondi per soste di riorientamento”. Concludendo: questa via è una grande cavalcata in un ambiente favoloso che merita sicuramente di essere ripetuta anche una seconda volta. (A. Zavatti . M. Manfrini, 20.04.2008) (Nella stessa giornata l’ascensione è stata portata a termine anche da: M. Scuccimarra – L. Bernardi – M. Mascellani)

giovedì 9 settembre 2010

Ferrino Heli Rescue

Continua la discussione sull'attrezzatura tecnica specifica per il Soccorso Alpino. Di seguito proponiamo uno zaino progettato per le operazioni di soccorso ed in grado di contenere tutto il materiale necessario per operare in ogni situazione, sia essa neve, roccia o ghiaccio.

Ferrino Heli Rescue

Tessuto
F-Tech
Supertex®
Fondo rinforzato in Supertex 1200 D
Rinforzi in DuPont™ Hypalon®

Sistema di trasporto
Dorso ACT
Regolazione superiore spallacci
Fascia a vita stabilizzatrice in neoprene

Tasche
Tasca frontale porta indumenti con
estensione e compressioni interne
Tasca porta ramponi
Guaine porta chiodi da ghiaccio
Porta pala
Porta nut, chiodi, friends
Guaina porta piccozza
Velcro per sacca portacorda

Accessori
Bande rinfrangenti sul frontale, laterale e spallacci

Fonte: ferrino

martedì 7 settembre 2010

Rete di teleassistenza ed installazione di colonnine di soccorso

La scarsa copertura telefonica del territorio impervio della valle apre degli interrogativi sull'opportunità o meno di sopperire alla cosa attraverso supporti diversi dal ripetitore telefonico.

Esistono casi specifici di installazione, anche in montagna, di colonnine di soccorso collegate ad una centrale operative ed autoalimentate da pannelli fotovoltaici che possono essere installate sul territorio e posizionate nei punti strategici.

Per creare un pò di dibattito sull'argomento approfondiamo le caratteristiche tecniche di questi supporti.


Il Sistema "Teleassistenza"

Il Sistema “Tele Assistenza” ha come scopo garantire la sicurezza delle persone che si recano in aree in cui per le caratteristiche stesse del luogo è facile rimanere isolati ed è difficile effettuare richieste di soccorso in caso di necessità.
Il sistema ha la capacità di effettuare chiamate automatiche a liste di distribuzione predefinite tramite la semplice pressione di uno dei tasti presenti sull’interfaccia utente.
Di questi messaggi è in grado di registrarne un log storico di trasmissione e di un’eventuale risposta di ricevuto proveniente dalla squadra allertata.
Il sistema consente ad un utente abilitato di effettuare una comunicazione viva voce con la persona presente nel sito da cui è partito l’allarme, questo consente di meglio comprendere l’entità del problema ed eventualmente teleassistere il personale presente in loco per un eventuale primo intervento.

Il sistema si basa su:

- l'impiego di colonnine per l’invio delle richieste di soccorso, da posizionarsi in posizioni strategiche all'interno dell'area stabilita · l'applicativo gestionale “Tele Assistance Control” .
- una Centrale Operativa per la gestione delle richieste di soccorso.

Centrale Operativa

La Centrale Operativa è provvista di un software gestionale al contempo completo e di facile utilizzo denominato Tele Assistance Control.
All'arrivo di una richiesta di soccorso questa viene visualizzata a schermo, presso la posizione dell’operatore, completa d'informazioni relative alla colonnina dalla quale è effettuata, quali il codice identificativo della colonnina e il numero di telefono associato, e alcuni dati relativi all'evento, quali la data e l'ora. L’operatore seguirà il protocollo stabilito per il tipo di richiesta pervenuta.

Colonnine di Soccorso

Le colonnine sono provviste di tasti per l'invio di richieste d'informazioni e per l'invio di richieste d'emergenza. Nel momento in cui uno dei due tasti viene premuto dalla colonnina parte una telefonata alla Centrale, il sistema chiama due numeri diversi a seconda di quale tasto è stato premuto.L'operatore di Centrale rispondendo alla chiamata sarà in grado di comunicare con l'utente grazie alla presenza nella colonnina di un microfono e di un altoparlante.

Il collegamento telefonico permette alla colonnina di inviare alla centrale messaggi d'allarme relativi a:· stato della batteria, se la batteria scende al di sotto di predeterminati valori di tensione dalla colonnina parte una segnalazione alla centrale· tentativi di sabotaggio, la colonnina è provvista di un rilevatore di vibrazioni che permette di rilevare eventuali tentativi di danneggiamento e sabotaggio.
Le colonnine sono provviste di batterie e possono essere alimentate sia tramite pannelli solari che collegandole alla rete elettrica; la presenza delle batterie garantisce la continuità del servizio per diverse ore anche in caso di blackout elettrico.

Fonte: radionav.it

venerdì 3 settembre 2010

Centro studi materiali e tecniche CAI

Cosa genera la paura in un alpinista?
A questo riguardo ci sono diverse possibili risposte: preparazione, frequenza dell'attività e quindi sicurezza nei propri mezzi ma anche capacità di leggere i prossimi passaggi o Intelligenza Motoria Verticale, piuttosto che la fiducia nel pezzo di corda, nell'imbraco o nel chiodo al quale si è appeso (fermo restando che si da per scontato che del compagno ci si fidi....)

Di seguito proponiamo un approfondimento per sopperire ad una delle cause di paura e di scarsa fiducia ovvero i materiali.
Quanti di noi si sono chiesti: Terrà quel chiodo? oppure: son cinque anni che giro con la stessa corda sarà ora di cambiarla?

Beh, se nella seconda domanda la risposta è sicuramente si per la prima segnaliamo un il sito web del centro studi materiali e tecniche del CAI dal quale si possono scaricare interessanti pubblicazioni che, almeno in parte, risponderanno a qualcuno dei nostri dubbi...

Il CENTRO STUDI MATERIALI e TECNICHE (CSMT) è una struttura operativa del CAI che dal giugno ’09 è subentrata alla  Commissione Centrale per i Materiali e le Tecniche (CCMT). Il CSMT si occupa dei problemi di sicurezza connessi all'attività alpinistica e all'arrampicata; la sua attività è complementare a quella della Commissione Nazionale Scuole di Alpinismo, cui fornisce informazioni su particolari aspetti tecnici della sicurezza nella progressione in montagna o in falesia. E’ attualmente composto da un ristretto numero di persone, scelte su proposta dei Gruppi Regionali del CAI per garantire, nei limiti del possibile, una rappresentatività regionale nella composizione del Centro Studi stesso. Esistono sul territorio nazionale due distaccamenti, le Commissioni Regionali  Materiali e Tecniche Veneto-Friulano-Giuliana (CIMT VFG) e Lombarda (CLMT), che vanno citate per il contributo dato alla nostra attività. Il CSMT si avvale inoltre del supporto di consulenti esterni e, per le prove sul campo, della collaborazione di tanti alpinisti, in particolare di Istruttori; un valido sostegno è di frequente fornito dalla Scuola Alpina Guardia di Finanza. L’attività sperimentale si svolge per la massima parte a Padova. I test sui vari materiali sono effettuati presso il nuovo Laboratorio di Villafranca Padovana, mentre le prove che coinvolgono cadute di masse o di persone si effettuano alla Torre, presso il Centro Sportivo Brentella.

mercoledì 1 settembre 2010

AS 365 N3 Dauphin caratteristiche ed equipaggio

Le richieste di emergenza sanitaria, soccorso e ricerca dispersi giungono dalla Centrale operativa di Trentino Emergenza 118 (con la quale il Nucleo ha stipulato una convenzione) con chiamata selettiva su canale radio dedicato a tutti i membri di uno dei due equipaggi in servizio. Il 118 è anche il numero di allertamento del Soccorso Alpino, le cui stazioni locali hanno sempre personale pronto ad essere prelevato durante ogni missione di elisoccorso in montagna.
Le richieste di emergenza di protezione civile e antincendio boschivo arrivano dalla Centrale operativa 115 dei Vigili del Fuoco di Trento
Entrambe le richieste vedono impegnato un elicottero con a bordo l’equipaggio di volo (1 pilota + 1 tecnico), un medico rianimatore/anestesista, un infermiere professionale, un tecnico dell’elisoccorso del CNSAS per 365 giorni all’anno pronto a partire entro 2 minuti dalla chiamata.
Di seguito alcune caratteristiche tecniche delle due eliambulanze a servizio del Nucleo elicotteri della Provincia Autonoma di Trento.
Modello
AS 365 N3  -  DAUPHIN
Anno di costruzione
2001
Motore
n.2 - Arriel 2C - HP 851 per motore
Peso a vuoto operativo
Kg 2770
Lunghezza totale
M 11,63
Larghezza
M 1,90
Peso max al decollo
Kg 4300
Posti a bordo
n. 10
Autonomia
ore 3.15'
Velocità max
Km/h 324
Velocità di crociera
Km/h 270
Verricello
portata Kg. 272 - lungh. cavo Mt.90
Utilizzi primari
-Eliambulanza
-Elisoccorso con verricello
-Trasporto persone




martedì 31 agosto 2010

Vertical Vioz

Si è conclusa domenica 29 agosto la decima edizione del Vertical Vioz, gara non competitiva con partenza dal Rifugio Doss dei Gembri ed arrivo al Rifugio Vioz.
La manifestazione, che ha visto vincitori per la categoria maschile Gianfranco Marini con il tempo di 57'15" e per la categoria Femminile Isabella Morlini con il tempo di 1h09'56", si è svolta in una splendida giornata di sole che ha regalato a tutti noi panorami mozzafiato.
Un plauso alla SAT di Peio che ha organizzato la manifestazione, agli sponsor, ai volontari ed ai supporter.
C'eravamo anche noi!

sabato 28 agosto 2010

Compatibilità elettromagnetica ARTVA - Dichiarazioni CISA IKAR

Dichiarazione CISA -ICAR-IKAR (Commissioni Soccorso in valanga e Soccorso terrestre)

Compatibilità elettromagnetica degli apparati per la ricerca di travolti da valanga (ARTVA)

7 febbraio 2009

Considerato il pubblico dibattito in corso circa la compatibilità elettromagnetica (EMC) di alcuni apparecchi per la ricerca di travolti da valanga, si stabilisce che:

1. Tutti gli apparati elettronici sono soggetti a compatibilità elettronica. Sono possibili diverse interazioni quali, ad esempio, quelle derivanti da radiazione di onde elettromagnetiche, da campimagnetici statici o anche per la presenza di materiali con alta permeabilità magnetica nei pressi di un apparato.

2. Tali interazioni non sono limitate a certi prodotti di specifici costruttori; possono essere riscontrate fra tutti i prodotti con caratteristiche similari.

3. Tutti gli ARTVA usano antenne composte da una verga in ferrite circondata da una bobina. Tutte le antenne sono sintonizzate alla frequenza operativa nominale di 457 kHz. Ogni oggetto dotato di una permeabilità magnetica significativa che sia posto presso l’antenna di un ARTVA può alterare il segnale, riducendo le prestazioni dell’apparecchio sia in termini di potenza del segnale trasmesso sia di sensibilità ricettiva.

4. Alcuni prodotti utilizzano in combinazione un contatto a lamine e un dispositivo magnetico al fine di consentire una commutazione impermeabile tra le posizioni SPENTO - TRASMISSIONE - RICEZIONE. Questi apparati possono essere sensibili ai campi magnetici emessi da altri apparecchi, quali i piccoli altoparlanti delle radioline portatili, i microfoni esterni dei cellulari, ma anche i bottoni magnetici degli abiti o le targhette magnetiche applicate agli stessi. In ogni caso, queste interazioni sono limitate a distanze molto piccole, in genere al di sotto dei 10 cm. In caso di incidente da valanga la distanza tra un ARTVA e gli apparati interferenti può cambiare senza che ce se ne possa rendere conto. È molto semplice determinare attraverso prove la distanza minima al di sopra della quale non c’è interferenza.

5. Chi usa un ARTVA deve leggere attentamente le istruzioni fornite dal produttore e in particolare le informazioni relative alla compatibilità elettromagnetica.

6. Il miglior modo per evitare ogni problema di compatibilità elettromagnetica è quello di mantenere gli apparecchi separati gli uni dagli altri quanto più possibile.